La verità emerge dopo 35 anni: Isabella Internò riconosciuta colpevole di concorso in omicidio volontario pluriaggravato del calciatore Denis Bergamini, ponendo fine a decenni di dubbi e speculazioni.
La Corte d’Assise di Cosenza ha emesso una sentenza storica il 1° ottobre 2024, condannando Isabella Internò, 55 anni, a 16 anni di reclusione per il suo ruolo nell’omicidio di Denis Bergamini. Questa decisione segna una svolta significativa in un caso che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso per oltre tre decenni.
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I dettagli della sentenza
Dopo un’intensa camera di consiglio durata otto ore, i giudici hanno riconosciuto l’ex fidanzata colpevole di concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Nonostante la richiesta dell’accusa di 23 anni di reclusione, la corte ha concesso le attenuanti generiche, risultando in una pena di 16 anni.
L’imputata, presente in aula, ha mantenuto la sua dichiarazione di innocenza fino all’ultimo momento, affermando: “Non ho commesso nulla, lo giuro davanti a Dio.” Tuttavia, le prove presentate e le testimonianze raccolte hanno portato a una conclusione diversa.
La ricostruzione dell’omicidio
Il corpo di Denis Bergamini, calciatore 27enne, fu trovato sulla statale 106 Jonica nel 1989. Inizialmente classificato come suicidio, il caso ha subito una svolta grazie a una perizia del 2017 che ha rivelato segni di soffocamento sul corpo riesumato.
Questa scoperta ha smentito la versione del suicidio, suggerendo invece un omicidio premeditato. Un elemento chiave è stata la testimonianza della moglie di un ex compagno di squadra, che ha riferito di aver sentito Internò minacciare Bergamini. Inoltre, il movente sembra essere legato a una gravidanza interrotta e al rifiuto di Bergamini di sposare Internò.
Il sostegno della comunità
La città di Cosenza ha mostrato un forte sostegno alla famiglia Bergamini durante tutto il processo. Tifosi e cittadini si sono riuniti fuori dal tribunale con striscioni che chiedevano “Verità per Denis”, dimostrando come questo caso abbia toccato profondamente la comunità locale.
La sorella di Denis, parte civile nel processo, ha espresso gratitudine verso la città, gli avvocati e la Procura per il loro impegno nel cercare la verità. Questo verdetto rappresenta non solo una vittoria legale, ma anche un momento di catarsi collettiva per una comunità che ha atteso giustizia per 35 anni.
Questa sentenza potrebbe non essere la fine della storia legale, poiché ci si aspetta che la difesa di Internò presenti appello. Tuttavia, per ora, rappresenta un passo significativo verso la chiusura di uno dei casi più enigmatici e discussi della cronaca nera italiana.
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