Moonfall, la recensione del film

Un’avventura lunare che sfida la logica e la fisica, mescolando teorie del complotto e spettacolari effetti visivi in un cocktail cinematografico ad alto budget

Roland Emmerich, il maestro del disaster movie, torna alla carica con la sua ultima fatica cinematografica, Moonfall. Dopo una breve incursione nel cinema bellico con Midway, e i precedenti esperimenti di Independence Day – Rigenerazione e Stonewall, il regista tedesco rivisita il genere che l’ha reso famoso, portandoci in un viaggio che sfida ogni legge della fisica e del buon senso. In questa nuova avventura, Emmerich fonde teorie cospirative e ansia collettiva in uno scenario apocalittico che vede la Luna come protagonista minacciosa. Secondo la trama, scritta in collaborazione con Harald Kloser e Spenser Cohen, il nostro satellite naturale si rivela essere una megastruttura artificiale con un nucleo cavo, la cui orbita instabile minaccia di collidere con la Terra.

I Protagonisti di Moonfall

Il cast stellare vede Patrick Wilson nei panni di Brian, un ex astronauta caduto in disgrazia, Halle Berry come Jocinda, una dirigente NASA con un passato nello spazio, e John Bradley nel ruolo di KC Houseman, un teorico del complotto autodidatta. Questi improbabili eroi si trovano a fronteggiare una minaccia cosmica che potrebbe spazzare via l’umanità in pochi giorni.La premessa, per quanto assurda, è solo l’inizio di un’avventura che sfida ogni logica. Emmerich chiede ancora una volta al suo pubblico di sospendere l’incredulità, portando il concetto di “impossibile” a livelli mai visti prima. Nonostante la scienza ci rassicuri che la Luna si sta in realtà allontanando dalla Terra di circa 4 cm all’anno, il film ci catapulta in uno scenario dove il nostro satellite è sul punto di schiantarsi sul nostro pianeta.

Una Trama Che Sfida la Gravità

La narrazione si dipana tra passato e presente, iniziando con un misterioso incidente su una stazione orbitante che segna le vite di Brian e Jocinda. Dieci anni dopo, mentre Brian ha abbandonato la carriera di astronauta e Jocinda è salita ai vertici della NASA, entra in scena KC Houseman con la sua terrificante previsione: la Luna sta per collidere con la Terra.Ma la vera rivelazione shock arriva quando si scopre che il satellite non è fatto di roccia, bensì ospita nel suo nucleo una tecnologia aliena senziente. L’unica speranza per l’umanità risiede in una missione suicida a bordo di uno shuttle museale, pilotato da Brian e Jocinda, mentre sulla Terra le loro famiglie lottano contro maremoti apocalittici e piogge di meteoriti.

Emmerich dimostra ancora una volta la sua maestria nel creare sequenze visivamente mozzafiato, riciclando e perfezionando elementi già visti in 2012 e The Day After Tomorrow. Queste scene, nonostante la familiarità, mantengono un certo fascino inquietante e ansiogeno che caratterizza il marchio di fabbrica del regista. Tuttavia, il film soffre di una disconnessione tra l’ambizione visiva e la coerenza narrativa. I personaggi si muovono in situazioni al limite dell’assurdo, con relazioni e dinamiche familiari che sembrano forzate e poco sviluppate. Emmerich sembra voler alzare continuamente la posta in gioco, creando quello che potrebbe essere definito il “disastro definitivo”, ma rischia di perdersi in un mare di cliché e situazioni inverosimili.

Ci si chiede se il ritorno di Emmerich a questo genere sia una mossa saggia in un’epoca in cui il cinema d’intrattenimento ha subito profonde trasformazioni. Il pubblico moderno, abituato a effetti speciali sempre più sofisticati e trame più complesse, potrebbe trovare difficile lasciarsi coinvolgere da uno spettacolo che, per quanto grandioso, sembra ancorato a formule narrative ormai superate. Moonfall rappresenta un tentativo ambizioso di portare il disaster movie a nuove vette di spettacolarità, ma rischia di perdersi nella sua stessa grandiosità. Mentre il film offre sicuramente momenti di puro intrattenimento visivo, la sua incapacità di bilanciare lo spettacolo con una narrazione credibile potrebbe lasciare gli spettatori più esigenti insoddisfatti. In conclusione, Moonfall è un’opera che riflette sia i punti di forza che le debolezze del cinema di Emmerich: visivamente impressionante ma narrativamente fragile, un kolossal che cerca di stupire a tutti i costi, anche a scapito della plausibilità. Per gli amanti del genere e dei film catastrofici, potrebbe comunque rappresentare un’esperienza coinvolgente, a patto di essere disposti a lasciare il senso critico all’ingresso della sala.

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