Kostas, la recensione della fiction con Stefano Fresi

Stefano Fresi porta sullo schermo un detective greco dal cuore d’oro in una serie che mescola dramma familiare e crimine in un’Atene sull’orlo della crisi economica.

Il Commissario Charitos: Un Montalbano Ellenico?

La Rai ci regala una nuova figura di detective con “Kostas”, una serie che vede protagonista Stefano Fresi nei panni di Kostas Charitos, capo della Sezione Omicidi della Polizia di Atene. Questo personaggio, nato dalla penna dello scrittore Petros Markarīs, si presenta come un uomo schietto e burbero, ma con un sottofondo di ironia che lo rende immediatamente accattivante.

La vita di Kostas si divide tra la famiglia e il lavoro, entrambi fonte di sfide quotidiane. A casa, troviamo la moglie Adriana (Francesca Inaudi), che cerca di tenere a bada la sua dieta, e la figlia Caterina (Blu Yoshimi), una ventenne all’università che fa emergere il lato protettivo del padre. Sul fronte lavorativo, Kostas deve destreggiarsi tra casi complessi e il rapporto non sempre facile con il suo superiore Ghikas (Luigi Di Fiore).La serie, ambientata nell’Atene del 2009, offre uno sguardo su una città in bilico tra tradizione e modernità, alle prese con temi attuali come l’immigrazione clandestina e la corruzione. Questo sfondo ricco di contrasti fornisce il terreno ideale per le indagini di Kostas, che si muove tra ex spieimprenditori ambigui e giornalisti intraprendenti.

Tra Mare e Crimine: L’Essenza di Kostas

Come il celebre Commissario Montalbano, Kostas trova nel mare un rifugio e un momento di riflessione. La regista Milena Cocozza sfrutta abilmente questo elemento per creare un contrasto visivo con la caotica Atene notturna, dove si consumano i crimini che Charitos è chiamato a risolvere.

La serie, composta da quattro episodi, si basa su tre romanzi di Markaris: “Ultime della Notte“, “Difesa a Zona” e “Si è suicidato il Che“. Ogni puntata presenta un caso apparentemente isolato, ma che si rivelerà parte di un intreccio più ampio che culmina in un finale sorprendente.Un elemento distintivo della caratterizzazione di Kostas è la sua Fiat 131 Mirafiori, un legame tangibile con il padre defunto e un simbolo della sua natura pratica e poco incline al lusso. La sua abitudine di leggere il dizionario ogni sera, scegliendo una parola nuova da assimilare, aggiunge profondità al personaggio, mostrandolo come un uomo in costante ricerca di conoscenza e comprensione.

Atene: Una Città sull’Orlo del Baratro

L’ambientazione nel 2009 non è casuale: la serie cattura Atene in un momento cruciale, con la crisi economica che incombe. Questa tensione sottostante permea ogni aspetto della narrazione, dalla burocrazia opprimente alle strade caotiche che Kostas percorre con la sua vetusta Fiat.

Il rapporto di Kostas con il padre Stefanos, ex poliziotto durante la dittatura dei colonnelli, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla trama. Attraverso le rivelazioni di Lambros, un ex rivoluzionario, Kostas scopre un lato inaspettato del genitore, portando alla luce temi di redenzione e riconciliazione con il passato.

Valutazione: Un Ritratto Greco del Crime Drama

“Kostas” si rivela una serie godibile che bilancia sapientemente elementi di crime drama con momenti di commedia familiare. Fresi offre una performance convincente, creando un detective che, pur ricordando Montalbano, ha una sua identità distinta. I casi presentati, sebbene non rivoluzionari, sono ben costruiti e offrono uno spaccato interessante della società greca. La vera forza della serie risiede nelle dinamiche familiari e nelle interazioni tra i personaggi principali, che donano autenticità e calore alla narrazione.

In conclusione, “Kostas” rappresenta un’aggiunta valida al panorama delle fiction Rai, offrendo agli spettatori un nuovo eroe imperfetto da seguire attraverso le strade di un’Atene raramente vista sugli schermi italiani. La serie promette di catturare l’attenzione del pubblico con il suo mix di misteroumorismo e dramma familiare, il tutto condito da un tocco di sapore mediterraneo.

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