Un controverso imprenditore e politico si spegne in esilio, lasciando dietro di sé un’eredità complessa e domande senza risposta
Amedeo Matacena, figura controversa del panorama politico e imprenditoriale italiano, è deceduto venerdì scorso a Dubai, all’età di 59 anni. L’ex deputato di Forza Italia e armatore, figlio del pioniere dei traghetti sullo Stretto di Messina, si è spento per un attacco cardiaco mentre era latitante negli Emirati Arabi Uniti, dove si era rifugiato per sfuggire a una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nato a Catania ma cresciuto a Reggio Calabria, Matacena aveva ereditato dal padre non solo il nome, ma anche la passione per gli affari marittimi e la politica. Amedeo Senior, noto come il fondatore della compagnia Caronte, aveva costruito un impero nei trasporti marittimi nello Stretto di Messina negli anni ’60. La famiglia Matacena divenne presto sinonimo di potere e influenza nella regione, con interessi che spaziavano dall’immobiliare allo sport, con la presidenza della Reggina Calcio negli anni ’70.
Ascesa e caduta politica
La carriera politica di Matacena Junior iniziò nei ranghi del Partito Liberale Italiano, per poi confluire in Forza Italia. Eletto alla Camera dei Deputati nel 1994 e rieletto nel 1996, Matacena si distinse come membro della commissione Difesa. Tuttavia, la sua parabola politica subì una brusca interruzione nel 2001, quando non venne ricandidato.
Il nome di Matacena emerse nell’ambito del processo “Olimpia”, un’inchiesta della DDA di Reggio Calabria che indagava sui legami tra politica e ‘ndrangheta. Inizialmente assolto, Matacena fu poi condannato in via definitiva nel 2013 per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza lo spinse alla latitanza, scegliendo Dubai come rifugio.
L’inchiesta “Breakfast” e le ultime vicende
L’operazione “Breakfast” coinvolse Matacena e il suo entourage, inclusi l’ex ministro Claudio Scajola e la madre Raffaella De Carolis, con accuse di favoreggiamento della latitanza. Nonostante le richieste di estradizione, Matacena rimase negli Emirati Arabi. Recentemente, un decreto aveva revocato il sequestro dei suoi beni, riconoscendone la provenienza lecita.
Matacena lascia dietro di sé una vita sentimentale movimentata, con tre matrimoni e figli da diverse relazioni. La sua ultima moglie, Maria Pia Tropepi, era in attesa di due gemelli al momento della sua scomparsa.
La notizia della morte di Matacena ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni, come l’ex senatore Renato Meduri, hanno espresso cordoglio, mentre altri hanno riflettuto sulle conseguenze dell’accanimento giudiziario. L’avvocato Luigi Tuccio ha ricordato momenti dell’infanzia condivisa, mentre il dirigente di Fratelli d’Italia Filippo Marra ha invitato a una riflessione più profonda sulla giustizia umana e divina.La scomparsa di Amedeo Matacena chiude un capitolo controverso della storia italiana recente, lasciando aperte molte domande sul rapporto tra politica, affari e giustizia nel nostro paese.
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