Con un’interpretazione potente e carismatica, Liam Neeson torna a theare il ruolo di un detective in questo thriller noir straordinario che si rifà al romanzo di Lawrence Block, mescolando abilmente azione e suspense in una narrazione ricca di atmosfere cupe.
Nel 2014, il regista Scott Frank presenta al pubblico “La preda perfetta”, un’opera cinematografica che si può anche conoscere sotto il titolo originale “A Walk Among the Tombstones”. Questo film, ispirato al romanzo “Un’altra notte a Brooklyn”, ha come protagonista il carismatico Liam Neeson, che interpreta Matthew Scudder, un ex agente di polizia con un passato segnato da eventi drammatici.
La narrazione inizia nel 1991 con un prologo che ritrae un violento conflitto a fuoco in un bar, un evento che cambierà per sempre il corso della vita di Scudder. Otto anni più tardi, il ritroviamo come un investigatore privato non ufficiale, sobrio ma costantemente inseguendo i fantasmi che lo affliggono.
Il racconto si complica quando Scudder viene contattato da Kenny Kristo, un narcotrafficante il cui nome è assente da ogni documento ufficiale e registro. La moglie di Kenny, infatti, è stata brutalmente rapita e assassinata, nonostante il pagamento di un riscatto. Inizialmente riluttante, Scudder decide di accettare il caso e si tuffa in una complessa indagine, scoprendo una serie di crimini atroci condotti ai danni di famiglie di membri del crimine organizzato.
Una delle caratteristiche distintive del film è la sua atmosfera noir profonda, che ritrae la violenza in modo crudo e realista, senza mai scadere nella gratuità, ma mantenendo sempre la sua rilevanza narrativa. La fotografia acre e desaturata di Mihai Malaimare Jr. contribuisce a generare un’ambientazione opprimente e claustrofobica, perfettamente allineata con l’intensa tensione di tutta la storia.
La performance di Neeson è intensa e sfumata, capace di catturare la complessità emotiva di Scudder, un uomo in cerca di redenzione attraverso il suo lavoro e le sue indagini. La recitazione del cast secondario, tra cui si distingue Dan Stevens, che interpreta il fratello tossicodipendente di Kenny, offre un ulteriore livello di profondità e spessore al racconto.
Un aspetto intrigante del film è il legame che si sviluppa tra Scudder e TJ, un giovane senzatetto, interpretato da Brian “Astro” Bradley. Questa relazione, quasi salvifica, porta un tocco di umanità e momenti di leggerezza all’interno di una trama altrimenti cupa e drammatica.
Il momento culminante del film si svolge in un cimitero, dove Scudder orchestrerà uno scambio tra i rapitori e un altro narcotrafficante, il cui figlia è stata sequestrata. Questa sequenza è densa di tensione e culmina in un conflitto armato che porta numerosi personaggi a ferite e morti.
Il finale presenta un’epica resa dei conti, con Scudder che affronta i suoi avversari nel loro rifugio. Questa sequenza è montata in modo da alternare l’azione ad flashback in cui Scudder recita i 12 passi degli Alcolisti Anonimi, stabilendo un contrasto potente tra la brutalità del momento presente e il suo desiderio di redenzione.
“La preda perfetta” si distingue nel panorama dei thriller d’azione per la sua abilità di porre attenzione ai personaggi e per il desiderio di esplorare tematiche complesse, come il senso di colpa, la giustizia e le sue ambiguità. Il film non fornisce risposte facili, ma invita lo spettatore a riflettere sulle sfumature della moralità in un contesto spesso corrotto e violento.
Nonostante le critiche per la rappresentazione intensa della violenza, “La preda perfetta” ha avuto in generale un’accoglienza positiva, con apprezzamenti speciali per l’interpretazione di Neeson e la direzione di Frank. Questa pellicola si conferma come un notevole esempio di cinema noir contemporaneo, in grado di omaggiare la tradizione del genere mantenendo una propria voce distintiva.
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