Come finisce Dante’s Peak – La furia della montagna: trama e finale

L’anno 1997 vide l’esplosione di due grandi film catastrofici sui vulcani, con “Dante’s Peak” che superò “Volcano” grazie a effetti speciali superiori e una trama avvincente.

Nel 1997, due film sui vulcani esplosero letteralmente nelle sale cinematografiche. La 20th Century Fox affidò al regista Mick Jackson la realizzazione di “Volcano”, ambientato a Los Angeles con Tommy Lee Jones come protagonista coraggioso. Tuttavia, il successo moderato di questo film fu oscurato da Dante’s Peak, prodotto dalla Universal Pictures. Questo secondo film, diretto da Roger Donaldson (Senza via di scampo, 1987; Cocktail, 1988), vantava effetti speciali di qualità superiore e una trama più coinvolgente. Con un budget di 115 milioni di dollari, Dante’s Peak riuscì a incassare 180 milioni, grazie anche alla presenza di stelle come Pierce Brosnan e Linda Hamilton, oltre ai talenti di Charles Hallahan, Grant Heslov e Jeremy Foley.

La trama di “Dante’s Peak” si apre con la devastante eruzione di un vulcano in Colombia, seminando panico tra la popolazione. Tra i fuggitivi, una squadra di vulcanologi di cui fa parte Harry Dalton, interpretato da Pierce Brosnan. Durante la fuga, Dalton riesce a salvarsi mentre la sua collega e compagna perde la vita, colpita da una pietra lavica.

Quattro anni dopo, a seguito di attività sismica rilevata dal Servizio Geologico degli Stati Uniti, Harry viene inviato nella cittadina di Dante’s Peak per valutare il rischio di un’eruzione del vulcano dormiente che sovrasta la città. Al suo arrivo, Harry trova una comunità in festa, essendo stata appena nominata la seconda migliore cittadina degli USA sotto i 20.000 abitanti per qualità della vita. Qui, incontra il sindaco Rachel Wando, interpretata da Linda Hamilton, che lo accompagna a esaminare il lago vulcanico. Harry scopre segni preoccupanti: acidità irregolare, animali morti e due turisti deceduti nelle sorgenti termali.

Preoccupato, Harry chiede una riunione del consiglio comunale per discutere l’evacuazione, ma viene contrastato dal suo capo Paul, che cerca di minimizzare l’allarme inviando una squadra di esperti a monitorare il vulcano. La tensione aumenta quando Harry, dopo aver riscontrato dati apparentemente normali durante un’ispezione in elicottero, trova conferme delle sue preoccupazioni attraverso ulteriori analisi.

La situazione precipita quando una scossa sismica danneggia l’attrezzatura e ferisce un collega di Harry durante una spedizione nel cratere vulcanico. Convinto dell’imminente eruzione, Harry tenta di persuadere le autorità locali, ma senza successo.

Girato interamente nell’estate del 1996 tra California e Idaho, Dante’s Peak rappresenta uno dei migliori esempi di film catastrofici degli anni ’90, un genere che ha vissuto una rinascita dopo i grandi successi degli anni ’70 come Terremoto (1974), L’inferno di cristallo (1974) e Airport ’75 (1975).

La sceneggiatura, pur non essendo eccessivamente complessa, si basa su dettagli reali che aumentano la tensione e la credibilità del film. La regia di Donaldson è fluida e ben supportata dalla fotografia di Bartkowiak e dalle musiche di Frizzell.

Il film risulta particolarmente apprezzabile per un pubblico giovane grazie agli effetti speciali di alto livello, capaci di compensare alcune evidenti carenze narrative, come lo sviluppo dei personaggi secondari e il clichè dell’animale domestico che si salva. Nonostante il finale prevedibile con la famiglia e il cane in salvo, Dante’s Peak riesce a mantenere vivo il sogno americano, anche se la cittadina viene distrutta.

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